Il volume illustra, secondo differenti approcci metodologici, alcuni rilevanti aspetti di una complessa questione storiografica, in cui debbono essere affrontate e composte indagini su ambiti culturali eterogenei ma tra loro variamente intrecciati. Così, mentre la relazione di D. Pastine esamina la singolare costruzione teologica di Athanasius Kircher e nel precipuo riferimento all'ermetismo e al platonismo coglie i fondamenti speculativi in base ai quali il gesuita poté far discendere da un

unico retaggio di rivelazione la varietà delle credenze religiose storicamente presenti fra gli uomini, il contributo di G. Gilozzi reca nuovi elementi per la comprensione della tematica del "selvaggio" nella cultura etico-giuridica europea, tenendo conto dei motivi politici via via suggeriti dagli interessi delle potenze coloniali, e S. Zoli rileva in un ampio saggio l'incidenza particolare che il contatto con la Cina assunse nel razionalismo e nel libertinismo seicenteschi a fronte dei diversi atteggiamenti che, specie riguardo alle discussioni sulla visione biblica delle origini dell'uomo, furono adottati da gesuiti e giansenisti. D'altro lato, seguendo un'impostazione di ricerca che inverte l'ottica eurocentrica, lo studio di L.P. Mishra mette in luce l'approssimazione e i fraintendimenti che da parte europea si manifestarono rispetto al mondo religioso e ai costumi dell'India; e infine P. Beonio-Brocchieri si sofferma sugli scritti più significativi che nel corso del Seicento la cultura giapponese produsse in un confronto con il cristianesimo che fu spesso vivacemente polemico e in qualche caso suscitò tra gli stessi missionari un interessamento non totalmente negativo per la tradizione del buddhismo.