Nella nostra cultura Mamma e Bambino sono su un piedistallo, al centro di coccole e attenzioni. Ma cosa viene fatto durante la gravidanza per prendersi cura di loro? Le misure mediche e sociali di prevenzione si sviluppano in genere a partire dall'identificazione di alcuni "fattori di rischio". Le ricerche presentate in questo volume mostrano fino a che punto questo processo risenta dei pregiudizi di una società che discrimina i suoi membri in base al sesso, alla razza ed alla posizione sociale. Cosi il fumo viene presentato come il principale fattore di rischio in gravidanza, mentre si sorvola sui rischi legati alla povertà, alla medicalizzazione ed alla violenza coniugale. Cosi la legge di tutela delle lavoratrici madri protegge solo le salariate, ignorando, o fingendo di ignorare, che anche le casalinghe lavorano e che questo lavoro implica fatiche e rischi per la salute.

Questa analisi evidenze inoltre i limiti del modello medico che, mentre ignora quasi tutto della vita quotidiana delle donne, si propone come il contesto esclusivo delle cure durante la gravidanza.

Questi saggi sono frutto di ricerche condotte con varie metodologie (rassegna della letteratura ed analisi teorica, ricerche qualitative su piccoli gruppi di soggetti, e quantitative su grandi popolazioni); un obiettivo del volume è di mostrare la necessità di integrare approcci disciplinari anche molto diversi tra loro se si vuole arrivare ad una migliore comprensione delle condizioni che influenzano la salute delle donne incinte e delle loro bambine e bambini.

Patrizia Romito è psicologa. Ha fatto ricerca, insegnato e scritto su temi riguardanti la salute fisica e mentale delle donne (tra cui la gravidanza, il parto, l'allattamento, la relazione tra condizioni di lavoro e salute e la depressione). Ha un dottorato in psicologia dell'Università di Ginevra, ottenuto con una ricerca sulla depressione post-partum (La naissance du premier enfant, Délachaux et Niestlé, Lausanne. 1990), ed uno in medicina materno infantile dell'Università di Trieste. Attualmente fa ricerca presso l'Istituto Scientifico per l'Infanzia di Trieste su due diversi temi: le politiche sociali relative alla maternità e le loro conseguenze, e le problematiche riguardanti la comunicazione tra il personale sanitario ed i genitori dei bambini ricoverati in ospedale.