Il volume vuole offrire, attraverso schede ampiamente commentate relative a ogni singola testata, il panorama della realtà giornalistica di una piccola città di provincia come era Mantova nel XIX secolo.
Il quadro dei periodici mantovani è uno dei più ricchi tra quelli delle "cento città italiane". Se nella fase della dominazione asburgica, per il condizionamento della censura, raramente escono fogli che incidono sulla vita culturale cittadina, con l'eccezione dell'esperienza innovatrice de "La Lucciola" (1855-1857), dopo l'annessione al Regno d'Italia nel 1866 Mantova diviene uno dei più singolari laboratori della stampa periodica e della vita pubblica della penisola, grazie a giornali che sono espressione dei più vari orientamenti, con una presenza particolarmente vivace di quelli di ispirazione di "sinistra", democratica, radicale, socialista, anarchica. E il pensiero va soprattutto a "La Favilla", diretta da Paride Suzzara Verdi, le cui battaglie spesso valicano il ristretto orizzonte provinciale.
Nell'ambito di un giornalismo politico estremamente attivo si incontrano personaggi che proprio a Mantova compiranno le prime esperienze, e che entreranno poi a vario titolo nel contesto storico nazionale.
Tra essi emergono l'economista Salvatore Cognetti de Martiis, Alessandro Luzio, Luigi Molinari, Giuseppe Scalarini (l'originale disegnatore di tanti fogli socialisti) e Giovanni Bacci, futuro direttore dell'"Avanti!".