Nata nell'officina di studi dannunziani promossa all'università di Pavia da Franco Gavazzeni, la presente Concordanza si propone come strumentoindispensabile allo studio della lingua non solo di D'Annunzio ma più in generale della poesia italiana novecentesca: se è infatti legittimo considerare Alcyone come la raccolta in assoluto più notevole del corpus poetico dannunziano, studi recenti hanno dimostrato la "capillare azione esercitata dai testi dannunziani (Alcyone in testa) sulla letteratura successiva» (Mengaldo).

La Concordanza potrà dunque agevolare l'esame sistematico dell'influenza di Alcyone sui poeti del Novecento, già riconosciuta da Montale in una celebre (e sintomatica, se pensiamo al cospicuo debito dannunziano contratto dagli Ossi di seppia) dichiarazione del 1956: «D'Annunzio nella recente tradizione italiana è un poco come Hugo nella sua posterità francese, da Baudelaire in giù: è presente in tutti perché ha sperimentato o sfiorato tutte le possibilità stilistiche e prosodiche del nostro tempo».

Gianfranca Lavezzi si è laureata in Lettere a Pavia, dove lavora come ricercatrice universitaria. Si è occupata fra l'altro di Foscolo (Dittico foscoliano, in Studi di letteratura italiana offerti a Dante Isella, Napoli 1983), Montale e Saba, con particolare attenzione al versante metrico (Occasioni variantistiche per la metrica delle prime tre raccolte montaliane, " Metrica», II, 1981) e filologico (Storia e cronistoria di «Quasi un racconto», «Studi di filologia» italiana, XLIV, 1986).

Ha curato l'edizione di Prime alla Scala di Montale (Milano 1981) e ha pubblicato lettere inedite di Saba alla moglie e alla figlia (Atroce paese che amo. Lettere famigliari (1945-1953), Milano 1987, in collaborazione) e di Vittorio Sereni a Saba («Autografo», 11, 1987).