Nell'ambito della questione meridionale, la Sardegna rappresenta o viene rappresentata come un'anomalia nei confronti delle altre regioni del Mezzogiorno.

Un'immagine di "alterità" che si riscontra, ad esempio, nella percezione turistica dell'isola manifestata dal 20% degli italiani: meta sognata per la sua irraggiungibilità fisica, per il suo esotismo e la bellezza delle sue coste (così come un'indagine Censis poneva di recente in rilievo).

Al di là di una così diffusa oleografia, le caratteristiche strutturali del sistema Sardegna concorrono a definire meglio tale diversità, che tuttavia, ad una più attenta lettura dei fenomeni, può sfumare fino a confondersi con l'evoluzione dei processi presenti nel resto di Italia.

I principali risultati di questa ricerca sulle strategie del sistema formativo dell'isola, che ha preso spunto dalla necessità espressa da parte dell'amministrazione regionale di possedere un quadro di conoscenze maggiormente approfondito allo scopo di espletare al meglio le proprie competenze in tema di diritto allo studio, hanno messo in risalto proprio tale specificità.

Accanto infatti ai persistenti squilibri tra la domanda e l'offerta educativa, all'interno dei quali la conformazione del territorio, la distribuzione dei centri abitati e l'impervietà dei trasporti interni contribuiscono non poco ad acuire le tensioni più propriamente legate alla didattica, si rinvengono significativi elementi di fermento e vitalità, sia presso gli utenti diretti del sistema scolastico (brusca evoluzione della domanda di istruzione superiore negli ultimi 15 anni, con tassi di scolarità sostanzialmente omogenei a quelli medi nazionali), sia fra le unità scolastiche, la cui attenzione ai fatti della sperimentazione e dell'innovazione nei processi educativi appare percorrere sentieri paralleli ai più recenti sviluppi del contesto nazionale ed europeo.