Walter Bagehot (1826-1877), noto in Italia soprattutto come economista, fu anche lucido e disincantato osservatore del sistema politico inglese colto nel momento della sua maggiore stabilità, ad un passo dalla transizione democratica.

Banchiere per nascita e vocazione, umanista colto e raffinato, psicologo, analista politico, versatile genio vittoriano per eccellenza, Bagehot mantenne la direzione dell'Economist per quasi vent'anni assurgendo al ruolo di consigliere-ombra della business élite londinese.

Il saggio si propone di seguire interamente l'approccio politico di Bagehot, dalle osservazioni giovanili sulle vicende parigine postquarantottesche alla riflessione matura sui caratteri della costituzione inglese, sino all'analisi ultima circa l'influenza della natura umana sull'azione politica.

Il robusto e originale tentativo di coniugare politica e scienze umane, dando largo spazio ai movimenti irrazionali del comportamento e alle propensioni inconsce dei soggetti politici, insinua nell'analisi di Bagehot un senso diffuso di inquietudine circa il futuro della democrazia e le forme possibili di legittimazione del potere.