Crisis center

Gustavo Pietropolli Charmet

Crisis center

Il tentato suicidio in adolescenza

Edizione a stampa

23,00

Pagine: 192

ISBN: 9788846451637

Edizione: 1a edizione 2004

Codice editore: 8.22

Disponibilità: Esaurito

Il suicidio in adolescenza non è quasi mai sintomo di una malattia mentale .

Partendo da questa premessa, l'équipe del Crisis Center di Milano ha cercato di elaborare un modello d'intervento che si fonda sull'esperienza maturata nel corso degli anni grazie ai colloqui con giovani reduci da tentato suicidio.

La prima considerazione è che aspetti rilevanti nella dinamica di questo gesto siano l'età e la fase evolutiva del soggetto; e anche l'aumento drammatico dei morti per suicidio fra i 14 e i 24 anni nei paesi europei e nordamericani non fa che confermare questa ipotesi.

Il modello di intervento proposto si basa anche sulla convinzione che il tentativo di suicidio è comprensibile e trattabile solo all'interno delle relazioni significative dell'adolescente: l'intervento non può quindi evitare di coinvolgere profondamente anche i genitori. Il tentativo di suicidio è sempre un messaggio: lugubre, atroce, il più delle volte assolutamente imprevisto per i suoi destinatari. È necessario capire a chi sia destinato e quale sia il suo contenuto non comunicabile a parole: quasi sempre è rivolto ad uno dei due genitori e l'impresa più urgente è proprio aiutare il destinatario ad accoglierlo, comprenderlo e darvi una risposta tempestiva e coerente.

Un'altra costante emersa dai numerosi colloqui in cui si è cercato puntigliosamente di ricostruire gli eventi esterni ed intrapsichici che hanno portato alla scelta di tentare la morte, è la presenza di uno specifico affetto: la vergogna. A fare da regista di questa impresa disperata è infatti il tentativo concitato e impulsivo di mettersi al riparo da una possibile esperienza di umiliazione e mortificazione, scomparire, sottrarsi alla tragedia dello smascheramento, della perdita della bellezza narcisistica.

Ricomporre questi tre aspetti è un passo necessario per ridurre, o almeno per sperare di ridurre, l'importanza e l'urgenza dei motivi che hanno spinto l'adolescente verso un passo tanto disperato.

Gustavo Pietropolli Charmet , specialista in psichiatria, già docente di psicologia dinamica all'Università degli Studi di Milano-Bicocca, è presidente del Centro aiuto famiglia in crisi e bambino maltrattato (CAF), e dell'Istituto Il Minotauro. È responsabile scientifico dell'associazione L'amico Charly e direttore del Crisis Center di Milano, consultorio per adolescenti reduci da tentativi di suicidio. Esperto di prevenzione e trattamento del disagio adolescenziale è autore di numerosi saggi sull'argomento.


Premessa
(Ringraziamenti; Quanti sono? Crisis Center; Idee guida; Modello di intervento; Intervento a scuola; Vergognarsi da morire)
La vergogna
(Il sistema educativo della vergogna; Le patologie della vergogna; Vergogna e compiti evolutivi; Venire allo scoperto; Essere svergognati; Perché la vergogna è micidiale)
L'ostacolo insormontabile
(Succederà qualcosa di terribile; La scuola; Il gruppo; L'altro sesso; Richieste esagerate;La costruzione dell'ostacolo; Superamento dell'ostacolo)
Madre e padre
(L'infanzia dell'adolescente suicida secondo La dame; Il bisogno di riconoscimento materno; La madre e il tentativo di suicidio del figlio; Il padre idealizzato)
L'oggetto d'amore
(Malessere amoroso; Paura e bisogno della relazione secondo Jeammet; Mortificazione e scatto d'orgoglio; Gli "amati male" secondo Pommereau; La riabilitazione della funzione amorosa)
Il corpo
(Mortalità e complementarietà del corpo; Manipolazioni violente del corpo; La bellezza; Il corpo persecutore secondo i Laufer; Corpo disponibile)
La consultazione
(Il bisogno di banalizzare; Tempestività e intensità; Individuare l'ostacolo; Pensare il corpo; Ricordare la vergogna; Decifrare i codici; Restituzione)
Dopo un suicidio a scuola
(Postvention; Contributi internazionali; La centralità del gruppo classe; I protagonisti della postvention).

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