Questo lavoro si inquadra nel tema della condizione anziana e, sulla base del dibattito teorico in corso, esamina un caso concreto di integrazione di anziani ex-dipendenti di un'azienda industriale, la Ferrero di Alba.

Il caso è stato analizzato a partire dal vissuto del pensionamento fino a prendere in considerazione i temi del lavoro familiare, del tempo libero, del significato del lavoro e della disponibilità ad intraprendere nuove attività lavorative.

I risultati della ricerca mettono fortemente in discussione l'assunto secondo il quale il ritiro dal lavoro implichi necessariamente un deficit sociale cui corrisponde una posizione di marginalità. La condizione attiva e partecipativa degli anziani oggetto della ricerca deriva, oltre che da un'età non troppo avanzata e da soddisfacenti condizioni economiche, anche e soprattutto dal ruolo che riveste la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero nel proporre ed organizzare una serie di attività che rispondono alle esigenze di integrazione e di partecipazione degli ex-dipendenti dell'azienda.

L'individuazione dell'importanza del ruolo della Fondazione Ferrero richiama il dibattito sulla funzione che possono svolgere associazioni ed istituzioni nell'attenuare il trauma del pensionamento e nel favorire l'assunzione di una condizione anziana attiva. Evidentemente la creazione di una rete di associazioni per anziani molto più capillare di quella attualmente esistente in Italia potrebbe conseguire risultati significativi per la riduzione della marginalità degli anziani.

Proprio per questo motivo questo lavoro può avere un certo interesse, in quanto testimonia come l'esistenza di una struttura polifunzionale per gli anziani che ne sono al contempo utenti e gestori crea la possibilità che il pensionamento diventi l'inizio di una vera e propria nuova carriera esistenziale.