Il funzionamento dell'infantile nella teoria analitica è centrale: come sessualità infantile, amnesia infantile, desiderio infantile, oggetto infantile... Ma insieme esso sembra stare all'origine di un violento, troppo facile sommovimento nella concezione "moderna" e "scientifica" di infanzia. Ma ciò che è in atto è effettivamente una trasformazione nel senso dell'Arbeiten, del lavoro analitico?

A chi pratica nelle scienze umane, nel loro versante "per bambini", non sono ignote domande del tipo: come la nascita del sentimento familiare entra in gioco nell'idea "moderna" di bambino? In che modo nell'Edipo si ridefinisce la "coppia" infante-adulto? Come l'impresa freudiana fornisce una calibrazione scientifica dell'oggetto-infanzia? la definizione di concetti come educazione, realtà. legame sociale fa ancora radicalmente questione nel progetto freudiano, al di là dei tentativi di inghiottimento delle scienze umane. Tentativi riusciti. come indica Lacan, che rendono necessario un "ritorno a Freud" oggi.

Si tratta qui di vedere se nel campo ambiguo dell'infanzia possa o no essere rimossa la questione dell'efficacia della psicoanalisi nel toccare a un -reale. del soggetto. (in gioco anche nel discorso scientifico?) E in questa scommessa che il concetto freudiano di in-fanzia funziona come cerniera e insieme come punto cieco, interrogativo della metapsicologia freudiana.

Maria Teresa Malocchi è nata a Milano nel 1950 dove vive e lavora. Per il suo interesse al campo freudiano si è formata a Parigi alla Scuola di Jacques Lacan. Occupatasi del rapporto tra pratica analitica e psicoanalisi dei bambini, attualmente lavora sui problemi che pone la psicoanalisi all'interno della storia delle scienze. E' docente di Psicologia nell'Università di Torino.