Che nel nuovo dislocarsi di aree produttive e di settori, conseguente alle trasformazioni in atto negli scambi e nella divisione mondiale del lavoro, la posizione internazionale dell'Italia non solo muti, com'è naturale, ma possa subire un lento deterioramento è circostanza tutt'altro che da trascurare.

Se il rischio è che il nostro paese, emarginato dal mercato dei prodotti più innovativi, si trovi schiacciato nelle produzioni più tradizionali («mature») dalla concorrenza dei paesi emergenti, quanto mai urgente è verificare come tale competitività possa essere preservata. Poiché è facile prevedere che i prossimi anni registreranno un acuirsi delle lotte per accrescere e mantenere posizioni di mercato, le politiche di «marketing» (dalle scelte e decisioni in tema di prezzi a quelle in merito ai canali di distribuzione) e la disponibilità di flussi più adeguati di informazioni sulle caratteristiche delle domande nelle varie aree geografiche acquisteranno un rilievo determinante.

Quale capacità di risposta sapranno fornire a questa sfida gli operatori commerciali, quelle ditte di import ed export sovente trascurate (o accusate dagli economisti di comportamenti distorsivi) a cui è demandata (data l'elevata frammentazione del nostro sistema industriale) la penetrazione in mercati altrimenti irraggiungibili?

Mentre sulla dinamica del commercio internazionale numerose e pregevoli sono le indagini di tipo macroeconomico, il volume affronta il problema di una prospettiva e secondo una agevolazione del tutto differente: avvalendosi di una ricerca condotta su un campione assai ampio di intermediari commerciali, vengono esaminate le forme organizzative, i comportamenti, le potenzialità, le luci e insieme le ombre di tali imprese. Illuminando aspetti sinora non presi in considerazione, la speranza apertamente dichiarata, è quella di individuare e quindi stimolare provvedimenti atti a sanare le maggiori insufficienze e per tal via garantire una migliore «performance» non solo del settore ma dell'intero nostro sistema economico nei confronti dell'estero.