Questo testo nasce dal tentativo di rispondere a un quesito che ha sempre tenuto il primo posto negli studi di filosofia con ricadute decisive anche in altre discipline.

Chi è l'uomo? È una "scimmia nuda" o è qualcosa di nettamente diverso nella sua unicità?

Non altrettanto rilievo a questi interrogativi è stato posto negli studi di psicologia a cominciare da quella biologica focalizzata sull'analisi di quei meccanismi che sono essenzialmente comuni agli animali. D'altro canto la psicologia introspettiva, a parte le riserve sulla difficoltà di verifiche "scientifiche", ha il più delle volte ignorato di accertare quanto sia sviluppo in continuità evolutiva con gli animali e quanto invece vi sia di originariamente e primariamente nuovo in senso esclusivo per l'uomo. Tanto più la psicologia comportamentale ha privilegiato il trasferimento a meccanismi comuni con gli animali.

Le riflessioni e le risposte dell'autore derivano dai risultati delle ricerche da lui svolte sui processi dei compiti più complessi di attenzione finalistica, compiuti in soggetti normali e in pazienti affetti da vari disturbi neuropsichici, interpretati alla luce delle attuali concezioni della coscienza e del tempo psichico in sovrapposizione a quello neurofisiologico. Una linea guida fondamentale del libro si sviluppa sul principio della potenzialità (o entelechia) geneticamente programmata in dimensione teleologica.

Paolo Pinelli , professore emerito di Clinica delle malattie nervose e mentali, attualmente lavora presso l'IRCCS della Fondazione Salvatore Maugeri dell'Università di Pavia (sede di Veruno), svolgendo indagini sugli stili cognitivi, il deterioramento mentale e i disturbi schizofrenici.