Tendiamo a usare le nuove tecnologie in modo istintivo, senza interrogarci troppo sul modo in cui modificano il nostro ambiente culturale.
L'ambizione di questo libro è viceversa di specificare temi e modi di questi cambiamenti, a partire dall'analisi puntuale dei territori in cui Google esercita il suo
soft power.
Azienda leader fondata sull'innovazione radicale in tutti i campi, dal reclutamento del personale alla progettazione (Isabella Pezzini), Google è nota anzitutto per il motore di ricerca, continuamente perfezionato a partire dal suo stesso uso (Vincenza Del Marco). Ma oltre a mappare l'universo esistente Google tende a sua volta a configurarsi come un universo,
locative medium che influisce sulla stessa percezione dello spazio, nell'interazione fra realtà e simulazione,
off line e
on line (Riccardo Finocchi, Dario Cecchi). I nuovi ambienti mediali caratterizzano anche i luoghi di lavoro e di consumo progettati da Google (Claudia Torrini e Tiziana Barone), benché i loro caratteri di utopia realizzata possano anche sollevare dubbi e interrogativi, e perfino prefigurazioni distopiche (Stefania Parisi). Centrale è il tema dello sguardo "attraverso lo schermo": progetti come Google Image Search e Google Art Project, ad esempio, mettono a disposizione degli utenti risorse iconografiche e collezioni museali straordinarie destinate a rivoluzionare tanto la ricezione quanto lo studio della visualità (Lucia Corrain, Anita Macauda, Francesca Polacci). Gli schermi tendono inoltre a scomparire, quasi a innestarsi sul nostro corpo, come nel caso dei Google Glass (Ruggero Eugeni). Non meno innovatrici sono le relazioni con il mondo della pubblicità e del marketing: nuove forme di interazione sono offerte a produttori e consumatori, attraverso i
social, lo
shopping on line, la profilazione degli utenti, l'analisi dei
big data (Bianca Terracciano, Giulia Ceriani).
Se Google ci conduce senza sforzo apparente dalla semiosfera alla cybersfera, il passaggio non è così semplice: molti concetti fondamentali, come quello di
identità e di memoria culturale, ne sono radicalmente trasformati ed è urgente comprenderne l'entità e le conseguenze (Patrizia Violi).
Vincenza Del Marco svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, Sapienza Università di Roma. È docente di Semiologia e retorica dei sistemi espositivi presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Isabella Pezzini è ordinaria di Filosofia e teoria dei linguaggi alla Sapienza Università di Roma, dove insegna Semiotica. Fa parte del Collegio del Dottorato in Comunicazione, ricerca sociale, marketing. Ha fondato e presiede LARS, Laboratorio Romano di Semiotica. Il suo sito:
www.isabellapezzini.it