La qualifica di "psicologo" sta un po' stretta a Jerome Bruner, la cui produzione intellettuale non è limitata ai contributi forniti alla psicologia, nel cui ambito ha comunque aperto nuove prospettive da cui si sono originati importanti filoni di indagine.

Utilizzando una metafora a lui cara, si può dire di lui che è stato capace di impiegare sapientemente la mano sinistra - collegata al rigore logico e alla sistematicità della scienza - e quella destra, collegata alla letteratura, alla poesia, al mito, alla filosofia, alla storia, all'arte. Anzi, il suo sforzo è andato proprio nella direzione di trovare forme per integrare questi due generi di fonti della conoscenza e di identificare i fondamentali schemi mentali con cui gli individui danno senso alla realtà e costruiscono il significato di se stessi.

Passando attraverso lo studio della percezione, delle strategie di pensiero, del linguaggio, dello sviluppo cognitivo e della comunicazione, Bruner ha proposto paradigmi di ricerca e concetti che si sono rivelati estremamente produttivi e che hanno anticipato orientamenti che successivamente sarebbero diventati ampiamente condivisi.

Bruner viene per esempio considerato uno dei propulsori della cosiddetta "rivoluzione cognitiva" e sicuramente, fondando ad Harvard il Center for Cognitive Studies ha precorso l'istanza interdisciplinare propria della scienza cognitiva, augurandosi che la psicologia potesse fondersi con l'antropologia, la sociologia e altre scienze umane. In tempi recenti il programma della psicologia culturale ha fatto proprie molte istanze già difese in precedenza da Bruner, arricchendosi nel contempo di nuovi apporti forniti dallo stesso autore.

La rilettura dell'opera bruneriana porta così a scoprire interessanti continuità in una produzione che si estende per un cinquantennio. E, cosa ancor più sorprendente, continuità e attualità di certe prospettive si ritrovano anche negli ambiti cui Bruner ha applicato le proprie idee, primo tra tutti quello dell'istruzione scolastica.

Il presente volume ripercorre i contributi più importanti di Bruner e presenta i principali snodi della riflessione e le indagini sperimentali da lui condotte, corredando la ricostruzione dell'opera bruneriana con testi sinora mai tradotti in italiano. L'intento è quello di ricomporre, in ordine sia storico che tematico, un ordito concettuale tra i più rilevanti della psicologia del Novecento.

Marcello Cesa-Bianchi è direttore dell'Istituto di Psicologia e della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica della Facoltà Medica dell'Università di Milano.

Alessandro Antonietti insegna Psicologia Generale presso l'Università Cattolica di Milano.